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Thursday, January 25, 2007

Una poesia per ricordare l'Olocausto

E’ giorno e poi è notte,
ma difficile è rendersene conto.
Il filo spinato
circonda uno sciame
di lugubri pensieri,
che sostano un poco nel capo
e volano, si disperdono
come la bocca del camino
svuota lo stomaco suo delle ceneri.
L’occhio di un giovincello
ti sorprende,
mentre aspetti di saper se sarai
vittima o miracolato.
La giallognola luce accompagna
qualche incubo
portato a volo da un messo infernale,
sempre che tu possa dormire, ebreo.

La purga è terminata da anni,
ma dura per sempre.
E ancora oggi
che vivi nel vento
ignori
il perché la gente voglia
dimenticare.

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